Simone Massi
Simone Massi nasce a Pergola (Pesaro-Urbino) nel maggio 1970. Ex-operaio, di origine contadina, ha studiato Cinema di Animazione alla Scuola d’Arte di Urbino.
Animatore indipendente, da 25 anni sta cercando -in maniera pulita- di fare diventare la sua passione per il disegno un mestiere.
Simone Massi è riconosciuto a livello internazionale come uno dei più importanti autori di cinema di animazione, in carriera ha raccolto un totale di 887 premi fra cui un David di Donatello, tre Nastri d’Argento, un Premio Flaiano.
È stato autore del manifesto e della sigla dalla 69ª alla 73ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, festival che nell’edizione del 2012 lo ha omaggiato con una proiezione speciale di tutti i suoi lavori. Nel 2023 ha esordito con il suo primo lungometraggio animato: Invelle.
Il cinema di Simone Massi non assomiglia a quello di nessun altro. I suoi principali punti di riferimento sono le sue storie (e i suoi sogni) e lo sfondo socio-culturale che esprime. Prima del cinema d’animazione, le sue ispirazioni dichiarate sono principalmente letterarie (Pavese, Rigoni-Stern, Dolci, o anche la vertigine infinita di Borges), poi pittoriche (dai primi cortometraggi di Magritte a Fattori e Paolo Uccello), e infine dal cinema in live-action (principalmente Tarkovsky, poi Fellini, Sokurov, Eisenstein, Angelopoulos, ecc.)
Massi è oggi uno degli ultimi pionieri dell’animazione “a passo uno”: migliaia di disegni per altrettanti fotogrammi, in una costante refrattarietà verso le tecnologie digitali, tutto a fatto mano “su carta, come un secolo fa … attraverso l’uso di matite, carboncini, gessetti, pastelli, grafite e china” con una tecnica “fatta di pastelli a olio stesi su carta e poi graffiati con puntesecche e altri strumenti incisori”, che rende il suo tratto originale e riconoscibile.
La tecnica altamente complessa dello scratch – “scoperta” da lui stesso durante la produzione di La memoria dei cani – caratterizza la sua produzione. Si tratta di un processo di sottrazione di materiale e colore per ottenere, come se fossero scoperte in sé stesse, i potenti chiaroscuri che lo distinguono.
Forse è l’unica tecnica di disegno in cui la mano deve rimuovere per creare. Si potrebbe dire che Massi scava nel nero per raggiungere il bianco: il bianco è un traguardo.
Realizza i suoi film disegnando ogni singolo fotogramma, nel suo studio, in una casa immersa nella campagna intorno a Pergola dove attualmente vive con la moglie Julia Gromskaya (anch’essa animatrice e illustratrice) e i loro 3 bellissimi bambini.
Il profondo legame con le sue radici, la sua terra natia si riflette nel suo lavoro artistico, con alto senso di giustizia. Simone racconta la sua terra, i suoi avi, la civiltà contadina scomparsa per sempre, i ricordi degli anziani che hanno vissuto in prima persona la guerra e la Resistenza. Piccole storie dimenticate dalla Storia.
I cortometraggi che lo hanno reso celebre (ma sempre lontano dai riflettori, in totale solitudine e indipendenza): Nuvole e mani, Tengo la posizione, La memoria dei cani, Animo resistente, parlano di bellezza e di memoria. Del dolore di chi ha vissuto nella miseria più nera. Di nostalgia per un tempo in cui i valori del lavoro, dell’umiltà, dell’onestà erano il pane quotidiano.
Nel film Dell’ammazzare il maiale che ha vinto il Premio David di Donatello nel 2012, Simone esprime chiaramente anche l’amore per gli animali e la rabbia per le sofferenze che devono patire.
Nelle opere più recenti: A Guerra Finita, In quanto a noi e nel nuovo straordinario lungometraggio Invelle, ritorna la sua poetica fatta di storie che intrecciano la vita dei piccoli, delle persone umili con i grandi drammi della Storia. Una militanza quella di Massi che, seppur filtrata dalla lente della poesia, persevera nella lotta contro le ingiustizie.